mercoledì 7 marzo 2012

Fundone e Pennesi su dichiarazioni del Sindaco di Melfi


Sono gravi le accuse mosse dal Sindaco di Melfi e segretario del PSI lucano, Livio Valvano pubblicate in un’intervista a “Il Quotidiano della Basilicata” oggi e delle quali chiediamo chiarimenti, sentendoci parte lesa delle stesse, in quanto tra le altre cose cittadini di Melfi e della Basilicata.
Gravi, in primo luogo perché sottovalutano una realtà purtroppo lampante e inaccettabile (evidentemente solo a nostro modo di vedere?) che si verifica da troppo tempo nel nostro Paese e cioè che il Marchionne di turno, in Italia, può svegliarsi e decidere di costringere le vite di migliaia di lavoratori e lavoratrici e delle loro famiglie a partecipare ad un gioco perverso: una sorta di “roulette russa” umana, reso ancor più malvagio e criminale dal fatto che nella mente contorta di questo fantomatico “amministratore divino”, si debba fare in modo di costruire l’idea che non lui sarà a decidere (!), ma chi sulla propria pelle vive quotidianamente la fabbrica e tutto ciò che comporta o peggio ancora, i sindacati.

Grave, perché le posizioni espresse dal Sindaco e segretario regionale del PSI, queste sì in maniera potenzialmente strumentali (vogliamo pensare involontariamente strumentali), possono ancor più avvalorare questo perverso tentativo di costringerci tutti al ruolo di Sophie (personaggio del celebre capolavoro del regista Pakula), che pensa di dover essere lei a scegliere quale dei scuoi figli sacrificare, mentre in realtà il vero criminale è il nazista che premerà il grilletto.
Gravi, ancora, perché di fronte a questa arroganza, la risposta che diamo è che “non vogliamo che la nostra regione sia vista come un luogo ostile dove non vale la pena di investire” (come a dire “non vogliamo morire noi, scegliete qualcun altro”). Al contrario, non dovrebbe destare in noi passione il preoccuparci di rendere comoda o scomoda la permanenza di questa o quella azienda nella percezione del Marchionne di turno, ma fare in modo che nessuno pensi mai che la nostra Basilicata possa intendersi come luogo dove il rispetto è un optional.
In questo senso, la difesa dei diritti dei lavoratori è un dovere imprescindibile, tanto di chi fa sindacato, quanto di chi fa politica. Tanto del singolo operaio o impiegato, quanto del singolo libero cittadino.
Questa è la posizione della sezione Sel di Melfi e di tutte le donne e uomini che in questo partito vivono e credono fermamente di non essere semplicemente merce di scambio per il conquistatore che vede nella Basilicata o in Melfi il terreno fertile per facili guadagni. Ci sentiamo, per questa ragione, in prima persona colpiti dalle dichiarazioni per noi semplicistiche del Sindaco e Segretario regionale del PSI e chiediamo allo stesso di assumere una posizione decisa e chiara nei confronti di chi ci vuole tutti coinvolti in una guerra di poveri contro poveri.
Il nostro appello vuol essere chiaro e determinato ed è lo stesso condiviso dai sindaci che hanno sottoscritto quel documento giorni fa: tutti i lavoratori, in qualsiasi parte di Italia devono avere gli stessi diritti e non ci presteremo ad essere “terra di saccheggiamenti”.

Carmine FUNDONE

Lucia PENNESI

Nessun commento:

Posta un commento