mercoledì 7 marzo 2012

Pesacane: «Lui non firma a prescindere»

«Il sindaco di Melfi Livio Valvano in un’intervista rilasciata ieri al Quotidiano della Basilicata ha preso una netta posizione con riferimento alle vicende che riguardano la Fiat di Melfi che in queste settimane stanno alimentando il dibattito politico. A parte le valutazioni in ordine alle “buone intenzioni” che Valvano attribuisce ai suoi colleghi del Vulture che avevano sottoscritto una nota congiunta, il sindaco di Melfi è stato invitato dal giornalista ad esprimere il suo dissenso nel merito rispetto a quanto scritto dagli altri sindaci.
Qual è, quindi, la posizione del primo cittadino melfitano? La nota “incriminata”, a suo parere, si unirebbe alle prese di posizione di una “certa sinistra” e finirebbe per essere strumento di lotta politica e di strategia sindacale. Una strategia sindacale che rompe invece che unire.
Questo il concetto espresso dal sindaco. Francamente esso risulta incomprensibile. A prescindere dal disprezzo, neppure malcelato, per una “certa sinistra”con cui però stringe accordi elettorali e di governo, l'unica cosa che emerge dalle dichiarazioni di Valvano è l'ossequiosa riverenza alle posizioni di una parte del sindacato metalmeccanico. Vorrei semplicemente ricordare al sindaco di Melfi che è indiscutibile che l’unità dei lavoratori e del sindacato possa essere un elemento positivo ma andrebbe preliminarmente verificato il terreno su cui quella unità viene perseguita. Tuttavia, a Valvano va detto che può legittimamente condividere le posizioni della Uil, ad esempio, o degli altri sindacati d'accordo con Marchionne e allo stesso tempo condividere un appello al rispetto della legalità. Valvano potrebbe continuare a essere d'accordo con Marchionne e censurare le minacce di morte e i comportamenti punitivi che sarebbero stati posti in essere in Fiat come emerge dalla stampa.
Valvano potrebbe essere d'accordo con Marchionne e associarsi ai suoi colleghi sindaci nell'invocare l'attuazione dell'osservatorio regionale sugli infortuni e sulle malattie professionali. E potrebbe continuare a essere d'accordo con Marchionne e condividere le preoccupazioni sul costante e progressivo aumento delle patologie e dei lavoratori “limitati” presenti in fabbrica. Dall'intervista sembra emergere una cosa sola certa e cioè che Valvano non ha condiviso la nota dei suoi colleghi del Vulture, come direbbe Totò, “a prescindere”.
Forse senza averla letta. In essa, infatti, non vi era neppure il riferimento al rispetto della sentenza della Corte di Appello. Senza dire che quella nota era stata condivisa con Sindaci espressione, per dirla con Valvano, di un “certo centrosinistra”, di un “certo centro” e di un “certo centrodestra”. Ma, più semplicemente, espressione del territorio. Probabilmente, a Valvano queste questioni non interessano e neppure mostra attenzione alle sensibilità espresse dalla coalizione di cui dovrebbe garantire l'equilibrio tutto proteso come appare a esprimere giudizi coincidenti con le posizioni di una parte del sindacato. Ma a Valvano, nella sua doppia veste, andrebbe chiesto se condivide o meno la posizione assunta dal Consiglio regionale e dal “suo” consigliere Vita. Gli andrebbe chiesto se, a suo parere, la Fiat deve rispettare le sentenze e il territorio o fare affidamento sulla cortigianeria di una “certa politica”regionale. Andrebbe chiesto a Valvano se, pur continuando a prestare accomodante acquiescenza a Marchionne, al suo fantomatico progetto “Fabbrica Italia” e al suo "terrorismo" sulla chiusura di stabilimenti, possa dirsi d'accordo nel censurare le condotte antisindacali anche quando poste in essere a danno della Fiom».

Paolo Pesacane
(Assessore Sel Provincia di Potenza)

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