martedì 31 gennaio 2012

Tassa di soggiorno, ius soli, accesso ai CIE: il governo Monti delude


Oggi scatta la nuova tassa sul permesso di soggiorno, voluta fortemente dalla Lega nel governo Berlusconi, che prevede un aumento tra gli 80 e i 200 euro rispetto ai 57 che si pagano adesso per la pratica. Il governo ha deciso di prendere tempo, nonostante gli annunci. Forse verrà scelta la strada di un provvedimento amministrativo da non sottoporre al voto o quella di un disegno di legge complessivo in materia, dal futuro sicuramente più complicato viste le posizioni del PdL e l’opposizione molto pesante della Lega.
Si poteva almeno sospendere l’attuazione di questa misura, per comprendere successivamente come procedere. Invece da oggi è operativa. E l’inaccettabilità della norma è data anche dall’obiettivo del precedente governo di destinare gran parte degli introiti di questo balzello al rimpatrio dei migranti irregolari. Quasi una beffa nei confronti di chi invece è regolare!
Bisogna dire che anche su queste politiche le speranze di vedere un cambio di rotta nel governo Monti si stanno man mano affievolendo.

E’ vero che nel decreto varato dal governo venerdì scorso sono state introdotte norme per la semplificazione nelle assunzioni di lavoratori extra-comunitari.
Ma proprio ieri la ministra Cancellieri, a proposito del dibattito sul “ius soli”, ha espresso i propri dubbi nei confronti dell’ipotesi di garantire la cittadinanza ai figli degli immigrati, che invece dovrebbe derivare da un “insieme di fattori”. “Se un bambino è nato in Italia – ha detto – i genitori sono stabilmente in Italia e magari ha già fatto parte degli studi qua ed è inserito, allora credo sia giusto”.
Non è proprio quello che stiamo sostenendo nella campagna “l’Italia sono anch’io”.
E il presunto passo avanti fatto dal governo Monti sull’accessibilità ai CIE da parte degli organi di informazione non sarebbe al momento che un annuncio solo sulla carta. L’ho constatato in prima persona recandomi presso la struttura di Torino, in compagnia di alcuni giornalisti. Volevamo  appunto verificare la loro possibilità di accesso data dall’abrogazione nel mese di dicembre 2011 della circolare 1305 dell’ex ministro dell’Interno Maroni da parte della ministra Cancellieri.
Abbiamo paradossalmente rilevato una complicazione dell’ingresso: come consigliera regionale adesso sarebbe diventata necessaria per l’entrata la delega del presidente del consiglio regionale, mentre prima non lo era. Ai giornalisti è stato concesso solo l’accesso nella palazzina centrale degli uffici  e della sale mediche, con la possibilità di visionare  dalla terrazza tutta la struttura dall’alto. Date le proteste, è stata rimandata ad una visita successiva la possibilità di entrare con le telecamere nelle aree dove sono ospitate le persone trattenute.
Anche in questo caso non sembrerebbe essere stato realizzato l’obiettivo della campagna LasciateCIEntrare.
E’ evidente come ci sia ancora tanto da elaborare per costruire una comunità inclusiva. Si tratta di una delle priorità della nostra agenda politica, non perché siamo “i buonisti della sinistra senza se e senza ma”, come sostiene Grillo, ma perché noi vogliamo e crediamo in un’Italia migliore.

Monica Cerutti

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