mercoledì 11 gennaio 2012

Una manovra più giusta. Le proposte di SEL

 Sappiamo che siamo in una situazione di estrema emergenza, nel pieno di una crisi scatenata dalla finanza globale e aggravata dall’inerzia prolungata del governo Berlusconi e dagli altri governi europei, ma inutile illudersi: con una manovra tutta schiacciata sul lato delle imposte, che soffoca i ceti medio – bassi, non ne usciamo. Dobbiamo ripartire da parole d’ordine che sappiano coniugare crescita ed equità. Colpire i grandi patrimoni, far pagare chi può permetterselo, e chi fino ad oggi non lo ha fatto.

Patrimoniale. Una patrimoniale straordinaria da 200 miliardi per ridurre lo stock del debito ed una ordinaria biennale da 5 miliardi all’anno il cui gettito sia investito per una prospettiva credibile e una crescita sostenibile sarebbe un segnale di inversione del trend del debito, unico modo per uscire dalla crisi evitando l’aggressione dei mercati.
Tentare di ridurre il debito nel breve periodo con misure aggressive è infatti quello che i mercati vogliono farci credere sia l’unica soluzione, ma solo per ritornare a speculare sulle debolezze strutturali. Serve, invece, una riduzione tendenziale credibile del debito nel lungo periodo. Un po’ come accadde quando entrammo nell’euro: nessuno ci chiese di rispettare il parametro del debito al 60% del PIL subito, ma di avere un trend di debito decrescente negli anni seguenti all’ingresso della moneta unica.

No tax area per la generazione mille euro. Vanno ripensate misure di intervento per i giovani. Una delle azioni immediatamente eseguibili è la creazione di una no tax area per gli under 35, che garantisca la salvaguardia fiscale totale dei redditi sotto i 6.000 euro annui. Questa fascia di esenzione comporterebbe la messa in sicurezza di quei redditi bassi collegati ad occupazioni precarie, garantendo alla “generazione 1000 euro” un aiuto immediato e vitale. La “foglia di fico” rappresentata dalle previste agevolazioni fiscali per le imprese che assumono giovani viene in realtà annullata dagli spostamenti dell’età pensionabile. Con la No tax area, gli under 35 che non beneficiano delle usuali deduzioni pagherebbero il 23% solo sulla differenza e non sul totale.

Più Europa. Servono idee per salvare non solo il Paese ma la tenuta stessa dell’Unione Europea. Come la creazione di una autorità di rating europea, l’euro-project bond, il ruolo della BCE a sostegno delle difficoltà dei singoli Paesi e dell’Ue nella sua interezza, la sottoscrizione di accordi internazionali Italia-Svizzera sul controllo e l’identificazione dei flussi finanziari.

Sul lato delle entrate, ancora, si può, si deve aumentare l’aliquota sui capitali scudati fino al 20%, segnando una distanza netta con gli abusi perpetrati dall’ex premier, attuare una seria politica di lotta all’evasione e alla corruzione, introdurre una tassa sulle emissioni di co2 e sugli immobili di lusso.

Infine, va attuata una riduzione drastica della spesa militare del nostro Paese di 1,5 miliardi di euro nel 2012 e di 2,5 miliardi negli anni successivi, con l’obiettivo di riportare la nostra spesa effettiva sotto lo 0,9 per cento del Pil contro l’1,4 per cento effettivo di oggi.
Servono misure strutturali e simboliche, più partecipazione, più ascolto delle parti sociali e sindacali, maggiore giustizia sociale. Vedremo se la ricetta del governo tecnico saprà traghettarci oltre la crisi. Viceversa, se a febbraio parleremo di un’altra manovra correttiva, vorrà dire che sarà forse il tempo di tornare alla sovranità popolare e, perché no, ad una idea del tutto alternativa di crescita e sostenibilità, alternativa al populismo berlusconiano che ci ha condotto nella melma, alternativa al liberismo temperato del professor Monti.

Massimiliano Smeriglio

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