lunedì 23 luglio 2012

Austerità e fiscal compact peggiorano la crisi


Nella distrazione e nel silenzio piu’ impotente la Camera dei Deputati ha approvato il Mes (meccanismo europeo di stabilita’) e il Fiscal compact. Sono due imposizioni della politica dell’austerita’ promossa in primo luogo da Angela Merkel. Sono due strumenti che, insieme all’introduzione del pareggio di bilancio in Costituzione (anche quella modifica e’ passata senza alcun dibattito nel Paese), impongono una riduzione della capacita’ decisionale delle istituzioni democratiche.
Non a caso in Germania, che pure e’ la massima esponente di questa linea, la corte costituzionale ha posticipato a settembre il pronunciamento sui ricorsi di costituzionalita’ che hanno accompagnato questi provvedimenti. Dobbiamo sapere che il Paese reale, i disoccupati ma anche i lavoratori, sempre piu’ esposti alla poverta’, saranno i piu’ colpiti dalle nuove tasse e dai tagli alla spesa sociale.

Si imporranno manovre per centinaia di miliardi di euro, che saranno del tutto vanificate dalla inefficacia dei meccanismi appena votati. Si prendono risorse vere e si buttano nel pozzo senza fondo del debito, che per effetto della speculazione e della recessione continua ad aumentare. Gli strumenti oggi in campo non sono capaci di contrastare la crisi. Va modificata la funzione della Bce, che deve avere potere di intervento incondizionato ed illimitato, e bisogna subito mettere in comune le quote di debito eccedenti il 60% e garantire gli eurobond.
Con il fiscal compact e con il Mes si sta perdendo tempo.
Siamo assolutamente convinti che si debbano contenere gli sprechi e ridurre il debito pubblico, ma cio’ non si puo’ fare tagliando i livelli essenziali del welfare e non operando nessuna misura redistributiva.
La crisi la stanno pagando i piu’ deboli e l’economia, come la stessa Confindustria ormai sostiene, precipita senza investimenti che garantiscano nuova e buona occupazione. Il minimo sarebbe proporre un aumento generalizzato dei salari bassi, compensato da una tassazione dei grandi patrimoni e delle grandi ricchezze, come sta iniziando a fare Hollande. La politica buona e’ quella che salva i cittadini dalle conseguenze della crisi e che la crisi l’affronta. Oggi stiamo assistendo ad una grande deresponsabilizzazione delle forze democratiche che credono,attraverso il Mes e il Fiscal compact, di poter sostenere qualsiasi politica antisociale in nome di un vincolo esterno.
Bisogna contribuire a fare il contrario: l’unione dell’Europa federale e la giustizia sociale ed ambientale sono le uniche possibilità di uscire dalla crisi.

Nichi Vendola

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