giovedì 21 giugno 2012

In Europa non c’è spazio per una sinistra incolore


Pubblichiamo un’intervista di Diodato Pirone al Presidente Nichi Vendola uscita il 18 giugno su Il Messaggero.

Presidente Vendola, soddisfatto del voto greco anche se i conservatori sono il primo partito?
«Guardo a questo terremoto politico-elettorale come all’insorgenza del caos. In realta’, quello greco è un voto prodotto scientificamente da quella che e’ stata forse la peggiore classe dirigente europea dalla seconda guerra mondiale. Mi riferisco alla coppia Sarkozy-Merkel. Il voto greco e’ la rappresentazione di un fatto: l’Europa rischia il suicidio se non rimette in pista un’idea alta di spazio politico e di costruzione democratica. L’Europa deve tornare ad essere un incrocio formidabile di diritti sociali e di diritti di libertà»

Resta il fatto che ad Atene hanno vinto i conservatori..
«La destra di Nuova Democrazia -prosegue il leader di Sel -vince sulla base di un sistema truffaldino di conteggio dei seggi. Si e’ proposta con una formula ambigua sul memorandum. Non si e’ presentata come paladina della macelleria sociale provocata dal memorandum di intesa con la troika composta da Ue, Bce e Fmi. Nuova Democrazia propone di rinegoziare i caratteri piu’ vessatori dell’accordo, anche perche’ non e’ che ci sia piu’m da prelevare granché, e di mettere sul mercato tutto cio’ che la Grecia non ha ancora venduto».

Però, insisto, ha vinto…
«A difesa della destra greca, e lo dico con molta ironia, si è schierata tutta la plutocrazia mondiale e ciò nonostante Syriza ha avuto un risultato straordinario. Una risposta anche alla campagna elettorale dei comunisti greci, gli ultimi ortodossi stalinisti in Europa, che hanno attaccato Syriza perdendo l’ennesima occasione di rimettere i piedi per terra e di ragionare non attraverso il filtro dei dogmi».

E cosa pensa del risultato elettorale del Pasok?
«Il Pasok si è letteralmente frantumato. In precedenza il suo bacino elettorale andava dal 35 al 45%. Oggi è ridotto a poco più del 10%. Un de profundis che arriva nel giorno del trionfo socialista in Francia»

Che le farà piacere, immagino.
«Al quale io brindo. Quella vittoria ha il sapore di un discorso chiaro. In Francia la sinistra è sinistra e la destra è destra. La sinistra al governo a Parigi abbassa l’età pensionabile e critica radicalmente le ricette liberiste finora egemoni in Europa»

Quindi secondo lei da Atene e da Parigi arriva lo stesso messaggio politico?
«Si, emerge che non c’è spazio per una sinistra incolore. Per quella sinistra che ha tentato di coniugare il sociale con il liberismo».

E per l’Europa che cosa cambia?
«L’Europa sta cambiando profondamente. Nel voto di ieri si intravede l’avviso di sfratto per la classe dirigente tedesca».

C’è anche una chiave di lettura che interessa da vicino le vicende italiane: la legge elettorale francese funziona benissimo, quella greca meno…
«Sul fronte della legge elettorale quello che ci insegnano queste giornate è che bisognava andare a votare subito dopo la caduta del governo Berlusconi. Ci sarebbe stato un cambio netto di classe dirigente. Ho l’impressione invece, che i tentativi di cambiare la legge elettorale italiana, tentativi fatti da sarti per modellare il vestito sul proprio corpo, non approderanno a nulla».

Diodato Pirone

Nessun commento:

Posta un commento