mercoledì 19 settembre 2012

“Quaderni” per cambiare la scuola


A Settembre, come è tradizione, si torna a parlare di scuola e si manifestano i buoni propositi per il nuovo anno scolastico. Quest’anno, il Ministro Profumo vagheggia una scuola informatizzata con pagelle in rete e docenti con la tavoletta elettronica.
Grande idea! La rivoluzione informatica che entra finalmente nell’istruzione. Ma a ben guardare la scuola “paperless”, cioè senza carta, l’abbiamo raggiunta da tempo visto che, troppo spesso, docenti e studenti devono portarsi da casa la carta per le fotocopie e perfino quella igienica.
Siamo stufi di sentire parlare al futuro, non vogliamo mirabolanti promesse ma impegni concreti e, soprattutto, vogliamo un nuovo governo che trovi il coraggio di dire, e sarebbe una vera rivoluzione culturale, che bisogna trovare le risorse per riprendere il cammino interrotto da decenni. Quel cammino che un paese, appena uscito dalla guerra, ebbe il coraggio di intraprendere.

L’Italia del XXI secolo, invece, sembra accettare supinamente l’idea che investire sulla scuola come strumento di uguaglianza sociale, come moltiplicatore di opportunità, sia un lusso che non possiamo permetterci. Allora bisogna uscire dalle sterili celebrazioni, dalle dichiarazioni estemporanee, e tornare a riflettere, senza retorica ma con lucidità, sulle attuale condizioni della scuola italiana e sul percorso da compiere per avvicinarla all’Europa.
Per questo abbiamo chiesto ai docenti e ai precari, abbiamo parlato con gli studenti, siamo andati a cercare le testimonianze di chi ha esperienza diretta dei “cambiamenti epocali” introdotti dalle riforme e dai tagli indiscriminati che si sono succeduti in questi anni. Da questo lavoro di ricerca e di elaborazione sono scaturiti i “Quaderni di Scuola” (la bozza è disponibile sul Sito SEL-Saperi) che sono, al tempo stesso, una riflessione critica sulla scuola di oggi ed un programma politico per realizzare la scuola di domani.
Vogliamo un’istituzione pubblica che sia capace di trasmettere memorie e valori storici e di preparare ad un uso competente delle nuove tecnologie, che sappia sviluppare le attitudini individuali e favorire le relazioni interpersonali ed i comportamenti cooperativi, che promuova saperi utili ad affrontare la complessità senza paure e con sana curiosità.
La scuola del nuovo millennio deve saper formare cittadini capaci di contribuire alla costruzione di una società plurale, solidale e di pace.
Se questa vi sembra un’utopia vuol dire che le politiche di questi anni hanno fallito. Significa che il progressivo indebolimento del sistema pubblico dell’istruzione ci ha fatto perdere di vista il ruolo che la scuola può, e deve avere, per rimuovere gli ostacoli che “limitano di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini” e per realizzare il “pieno sviluppo della persona umana”.
E’ quanto scritto nella nostra Costituzione. E’ tempo che la politica provi a realizzarlo.

Umberto Guidoni

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