SEL non ha paura dei diritti e aderisce al manifesto “Chi ha paura dei diritti?” di Laicità e diritti.
Abbiamo accolto con favore che finalmente i diritti civili siano
entrati nell’agenda della politica italiana, con l’auspicio, per noi
priorità, che il nostro Paese colmi finalmente il gap di civiltà che lo
separa dagli altri stati europei. Diritti civili e sociali convivono
necessariamente, e non riguardano minoranze né vengono dopo le questioni
di carattere economico, su cui sono accesi i riflettori della “tecnica
politica”.
L’urgenza di riconoscere i diritti finora negati alle unioni
omosessuali ha trovato lo spazio che le spetta all’interno del dibattito
politico, con aperture più o meno timide, che comunque costituiscono un
passo avanti verso il matrimonio omosessuale, obiettivo per SEL che si
salda con la necessità di aggiornare tutto il diritto di famiglia, ormai
obsoleto rispetto ai nuclei familiari reali, etero e omosessuali.
Vorremmo che il programma del centrosinistra contenesse questi
impegni, così come è stato per Hollande in Francia, che ora si appresta a
portare avanti una proposta di legge per il riconoscimento del
matrimonio omosessuale e l’adozione da parte di coppie omosessuali. Non
sarà neanche per lui tutto in discesa. E’ di questa giorni l’avvio della
crociata contraria al provvedimento da parte della Conferenza
episcopale francese, guidata dall’arcivescovo di Parigi, che ha invitato
tutte le parrocchie a “pregare affinché i bambini possano godere
dell’amore di un padre e di una madre”.
In Francia si ripropone così un conflitto fra stato e chiesa, che ci
riporta all’altra stella polare che dovrebbe sempre caratterizzare le
scelte nelle istituzioni, vale a dire la laicità, principio guida delle
battaglie proposte all’interno del manifesto di Laicitaediritti.
Tutti i temi toccati sono importanti e affrontano la questione dei diritti a 360 gradi, concentrando l’attenzione su ambiti delicati, che riguardano la vita nei suoi diversi momenti, dalla nascita alla fine, dove abbiamo rischiato o rischiamo di fare dei passi indietro rispetto alle conquiste di decenni fa.
Tutti i temi toccati sono importanti e affrontano la questione dei diritti a 360 gradi, concentrando l’attenzione su ambiti delicati, che riguardano la vita nei suoi diversi momenti, dalla nascita alla fine, dove abbiamo rischiato o rischiamo di fare dei passi indietro rispetto alle conquiste di decenni fa.
E’ sufficiente pensare alle leggi proposte in alcune regioni,
Lombardia, Piemonte, Lazio, Veneto, che risultano in contrasto con la
legge 194, rispetto alla quale invece l’attenzione dovrebbe essere
rivolta ad una piena applicazione per una maternità consapevole,
affrontando anche il problema dell’obiezione di coscienza del personale
sanitario che invece ne mina l’attuazione.
Analogamente sul fine vita il disegno di legge in discussione in
questo parlamento potrebbe segnare un pericoloso arretramento che mette a
rischio il basilare principio dell’autodeterminazione. Purtroppo già
paghiamo le conseguenze di un’altra legge medioevale, la legge 40, che è
andata a regolamentare la fecondazione medicalmente assistita.
Il parlamento non è stato invece in grado di produrre nulla nel
contrasto all’omo e transfobia, per cui sarebbe invece sufficiente
un’estensione della legge Mancino ai reati basati sulla discriminazione
in base all’orientamento sessuale.
Probabilmente non si arriverà neanche a legiferare in questa
legislatura sulla cittadinanza ai nuovi nati figli di migranti residenti
in Italia. Questa è un’altra priorità che condividiamo e pensiamo di
rilanciare proponendo la rivisitazione totale delle norme sulla
cittadinanza per le persone migranti, che comprenda ad esempio il
diritto di voto alle amministrative.
In questa declinazione di tutte le diversità rientra pure la
disabilità. Anche in questo caso non possiamo fare passi indietro nel
nome delle nuove compatibilità economiche. Il taglio agli insegnanti di
sostegno è incompatibile con il diritto che hanno i bambini disabili ad
avere un normale percorso scolastico.
Dunque battaglie molte concrete quelle contenute nel manifesto, da
portare avanti in diverse sedi, legate dal filo rosso della cittadinanza
da garantire anche ai “cittadini a metà”, una battaglia di democrazia,
al di là del maschilismo, del familismo e del razzismo che troppo spesso
sono note caratterizzanti la nostra società.
Monica Cerutti
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